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notizia del ripostiglio di s. giovanni incarico | 103 |
di Riccia e Maserà. In quanto che i tre peculii, se fossero stati seppelliti senza una ragione patente, e quasi allo stesso tempo, ed in luoghi d’Italia diversi e distanti, formerebbero un caso così strano, che dovremmo, per la medesima sua stranezza, tornare alla ipotesi della causa politica. Tanto più, che la spiegazione storica si adatta senza sforzo a tutte le particolarità del triplice deposito e le illustra convenientemente.
Invero il Mommsen1 ha già fatto rientrare la caduta di di Fregellae, che pareva un fatto isolato, nell’altro più ampio e generale della insurrezione delle colonie latine. La quale fu certamente preceduta da un’agitazione, che ha ben potuto cominciare nel 628, quando sulla proposta del tribuno della plebe M. Giunio Penno furono scacciati da Roma tutti i confederati. Cosi il tesoro di Riccia, nascosto alla fine del 628 dà soltanto qualcuna delle monete di quell’anno, mentre e Maserà e S. Giovanni Incarico danno le altre del 628 e qualcuna del 629. Se poi si dimostrasse, che Fregellae contiene indubitatamente una, due, o tre monete più di Maserà, diremo che il deposito di Riccia seppellito ai primi giorni dell’agitazione dei Latini, rappresenta le monete coniate a tutto l’anno 627, che il tesoro di Maserà dà le monete del 628, e S. Giovanni Incarico quelle del 629.
In ogni modo si è acquistata una data certa, l’anno della distruzione di Fregellae, che diventa, per ordinare la lunga serie dell’argento anteriore alla guerra sociale, uno dei capisaldi cronologici. E poiché l’anno 629 si trova nel mezzo di un periodo politico, l’età Graccana, che ha un carattere proprio spiccatissimo, la recente scoverta avrà pure il merito di farci vedere come la politica generale dello Stato si rifletta, per un certo tempo, anche nella monetazione.
Ho notato in altro luogo2, che le ultime monete di Maserà presentano elementi non conformi o anche opposti a quelli dei denari antecedenti. Val dire C. Cassi (n. 157), che