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un obolo inedito di ponzone 57

rico VII, con sua grida 7 novembre 13101, proibiva nominatamente le monete di questi marchesi, comprese quelle di Chivasso, perchè battute in feudo imperiale, senza l’autorizzazione del loro sovrano, «e tale decreto ebbe istantaneo effetto, " nota l’illustre D. Promis2" poichè ad eccezione di quelle dei Marchesi di Monferrato che continuarono a lavorarne forse per avere a tale effetto ottenuto da Cesare una concessione a noi sinora ignota, tutte le altre zecche vennero immantinente chiuse, comprese due non nominate nell’anzidetta grida, cioè quelle dei marchesi di Saluzzo e del Signore di Dogliani, ambidue del medesimo casato e tutti dello stesso stipite degli avanti nominati, e questo probabilmente perchè tali monete furono emesse in sì piccolo numero da rimaner ignote al fisco imperiale.»

Per tale motivo, le monete di queste zecche e di quest’epoca, che nella accennata grida sono specificate coi nomi di marchesati, tyrallini e russini, sono tutte rare; anzi qualcuna di tali zecche non è conosciuta che per un solo tipo di moneta: fra queste è Ponzone.

Morel-Fatio pubblicava pel primo un matapane di questa zecca aleramica3. La stessa moneta fu ripubblicata nel 1888 dall’egregio dott. Solone Ambrosoli nella descrizione di un ripostiglio di monete ita-

  1. Vedi Ciampi S., Notizie della vita letteraria e degli scritti numismatici di Giorgio Viani. Firenze, 1817, in-8°, pag. 24-25. Questa grida è pure riportata dal Gazzera, a pag. 65, de’ suoi Discorsi intorno alle zecche e ad alcune rare monete degli antichi marchesi di Cera, Incisa e del Carretto.
  2. Monete di zecche italiane inedite o corrette. Memoria terza. Torino, 1871; in-4, pag. 39.
  3. Monnaies de Cortemiglia et de Ponzone. (Revue belge. 1865, pag. 438-442). Nello stesso articolo l’autore pubblica un matapane anonimo, colla leggenda comes s . maitrin . mar. e propone di attribuirla ai Conti di San Martino del Canavese; attribuzione contestata dal Promis.