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50 ercole gnecchi


Non mi fu possibile trovare un altro esemplare di questo luigino, l’unico dell’anno 1669, e che diversifica dagli altri pel motto del rovescio e per l’indicazione 4, che certamente è il segno della bontà del luigino, ossia di oncie quattro.

Nei numerosi contratti stipulati dal principe G. B. Centurione co’ suoi zecchieri, per la battitura di luigini od ottavetti1, troviamo spesso fatta menzione del titolo prescritto per essi. Nel primo contratto, citato dall’Olivieri, in data 31 agosto 1668, conchiuso fra il Principe e Giovanni e Lorenzo padre e figlio Massaure, parlandosi dei luigini, i locatori si obbligano a batterli della istessa bontà e qualità, che sogliono battere tutte le altre zecche dei Principi circonvicini o stranieri, e così al presente e in avvenire della bontà da sei, quando così faccino e continuino le dette altre zecche, et in evento che da due o tre di esse Zecche si battesse di bontà di minor somma, ci sarà lecito farli dell’istessa qualità e bontà.

Colla condizione di basarsi sull’operato delle altre zecche, tanto il principe Centurione, quanto i locatori, avevano, come si suol dire, lo spalle al muro, e potevano a lor talento diminuire la bontà dell’argento, giacchè essi non potevano ignorare che in quel tempo, e anzi già da qualche anno, nelle zecche dei Principi circonvicini, si coniavano luigini della bontà di cinque once, di quattro, e financo di tre2.

Infatti poco dopo, ossia il 6 dicembre di quello stesso anno 1668, il Principe Centurione conchiudeva col sig. Luciano Centurione un contratto sociale per

  1. Olivieri, Op. cit., pag. 21-61.
  2. Vedi gli assaggi prodotti nel mio appunto Il tesoro di Andros. (Riv. ital. di num., 1890, pag. 135-141).