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medaglia in onore di fra domenico da pescia 497

mismatique et de Glyptique1; e che l’Armand, suffragato dal giudizio illuminato di Gaetano Milanesi, reputa lavoro d’uno dei Dalla Robbia e probabilmente di frate Ambrogio. Rappresentasi nel diritto il busto di Girolamo, volto a sinistra, vestito dell’abito di san Domenico con la leggenda: HIERONYMVS • SAVO • FER • VIR • DOCTISS • ORDINIS • PREDICHARVM. E scoljiita nel rovescio una mano, armata di pugnale, ch’esce da una nuvola e minaccia la città di Firenze, con all’ingiro la scritta: GLADIVS • DOMINI SVP • TERAM • CITO • ET • VELOCITER •2. Alla medaglia del Savonarola si assomiglia di molto il diritto di quella del Buonvicini, così per la posa del busto, come per la forma del vestito e la natura del lavoro. Sicchè mi parrebbe cosa nè irragionevole, nè presuntuosa pensare, ch’essa possa riputarsi lavoro d’una medesima mano. Vorrei dedurlo anche dalla venerazione, che al Savonarola e ai due compagni di supplizio s’ebbe a prestare a lungo nel convento di S. Marco in Firenze e segnatamente dai testimoni oculari delle virtù di ciascuno dei tre. E dei testimoni oculari fu, non v’ha dubbio, frate Ambrogio, che venne tratto alla vita religiosa dalla parola affascinatrice e dall’esempio eloquente del Savonarola, e dev’esserne stato, per quanto è dato congetturare, dei seguaci più ardenti.

Che frate Ambrogio Della Robbia, o l’artefice, qualunque egli fosse, delle medaglie in onore del Savonarola, si conoscesse gran fatto di lettere, non

  1. Médailles coulées et ciselées en Italie, I, xv, I. II. xxxi. Paris, 1834-1836.
  2. Armand, op. cit., p. I, pag. 105.