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gian marco e gian battista cavalli 483

gomenti sono venuti a confermare l’ipotesi già da me accennata che il busto di Andrea Mantegna sia opera sua.

Il Museo di Berlino acquistò tempo fa un busto in bronzo di Battista Spagnoli, frate carmelitano e celebre poeta latino, più noto sotto il nome di Battista Mantovano. Esso appare lavoro dello stesso artista che eseguì quello di Mantegna e al pari di questo ò foggiato col busto in bassorilievo, perchè doveva essere applicato similmente sopra un disco di porfido. Ora fra le poesie del Carmelita havvi il seguente epigramma che si riferisce forse ad una medaglia, forse ad un piccolo busto in oro del marchese Francesco Gonzaga, eseguito dal Cavalli:


 «Ad Marcum Caballum nobilem fictorem
«Ipse nec est fictus, vivit Franciscus in auro;
«Quod, si fictum, opus, Marce Caballe, tuum hoc»1.


Non è improbabile che queste lodi al Cavalli, quasi sconosciuto fuori di Mantova e poco dopo affatto dimenticato, siano un attestato di riconoscenza del poeta per il ritratto che l’artista gli aveva fatto. E notisi che il busto deve essere stato fuso durante la vita di fra Battista († 1516), poichè dopo la sua morte si trattò di fargli un monumento con una statua di bronzo che poi non venne altrimenti posto in esecuzione2.

Giambattista Cavalli fu forse figlio di Gian Marco, e su di lui ho trovato due documenti che ce lo mostrano incisore di monete per tre zecche di-

  1. Opera Baptistue Mantuani, Antuerpiae, 1576. Tomo III, 316.
  2. Bode, Die bronzebüste des Battista Spagnoli, nel Jahrhuch der Koniglich Preussischen kunstammlungen, 1890.