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482 umberto rossi



«Illustris princeps et consanguinee dilecte. — Usi nunc sumus fideli nostro Magistro Joanne Marco de Cavallis, qui se in suo opere penitus ad vota et voluntatem nostrani prestitit. Quare eum spetialibus graciis et promotionibus amplectimur, et ipsum iam in patriam redeuntem tue dilectioni obnixe commendamus. Hortando ut eum vestri intuitu gratiose et favorabiliter commissum habere et tractare velit. In eo nobis dilectio tua rem gratam efficiet singulari gratia recognoscendam. Datum in opido nostro Insprugh, vigesima sexta die mensis Junij, anno domini millesimo quingentesimo sexto, Regni nostri romani vigesimo primo, Hungarie vero decimo septimo annis».

«Commissio D. Regis etc.».

(fuori)

«Ill. Francisco Marchioni Mantue principi et consanguineo nostro dilecto.»1.


Questa commendatizia che il Cavalli deve aver portato in persona al marchese Francesco ci mostra come l’imperatore fosse rimasto molto soddisfatto dell’opera dell’artista mantovano: e veramente le monete e la medaglia pubblicate dal sig. Schneider possono stare a pari con le più belle cose di quell’epoca. La lettera fissa la durata del soggiorno di Gian Marco in Tirolo che fu solo di quattro mesi; ed è anche il documento di più recente data che abbiamo intorno a lui2.

Sul Cavalli scultore nulla di nuovo si è trovato negli archivii: però non è da tacersi che altri ar-

  1. Archivio Gonzaga di Mantova, rub. E, II, 2.
  2. Le ultime notizie che avevo riportato di lui risalivano al 1504, nel qual anno era stato testimonio al testamento di Andrea Mantegna. Egli non può esser nato dopo il 1454 perchè nel 1479 faceva parte del Consiglio degli Ottanta di Viadana, e doveva essere maggiorenne.