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474 | giuseppe ruggero |
a pag. 355 del Tomo II scriveva: “Ond’è che quest’anno 1751, correndo l’indizione di Genova 13, per la scarsezza d’argento fu stampata in Genova una nuova moneta di rame da denari due, cioè una sesta parte di soldo, etc.” Non trovai documenti a conferma di questa notizia, ma l’asserzione dell’Acinelli non perde della sua importanza per questo, come quella che è testimonianza di uno scrittore sincrono. Per chi volesse convincersi, colla ispezione delle Tavole, della citata penuria d’argento in quell’anno, gli sarà facile, poichè vedrà sin dal 1720 cessare quella ricca e continuata emissione dei buoni scudi larghi e stretti e dei loro spezzati; nel 1722 vedrà comparire per poco tempo un pezzo da 24 soldi e della metà sua al titolo di 860: poi qualche raro scudo stretto: scendendo verso il 1745, vedrà come si rimediasse coll’emissione delle madonnine a 833; ma l’argento scompare definitivamente al 1749, per non ritornare che alla fine del secolo cogli scudi di S. Giovanni a 890.
Dalla differenza fra queste monete, consistente nella cifra accompagnata oppur no dalla iniziale D, nasce spontanea la domanda se possano esistere il minuto senza D ed il da tre colla iniziale, monete che completerebbero le due serie, delle quali dovrebbe aversi per più antica quella coll’iniziale perchè meno semplice. Il non conoscersi ancora queste monete dai raccoglitori non esclude che siano state coniate: aspettiamo dunque che vengano fuori in seguito.
Dovrei ora trattare del peso; cosa difficile, perchè non conoscendo quello legale, non ci rimane che quello degli esemplari esistenti, sul quale si deve procedere con molta circospezione. Non ho avuto a mia disposizione un gran numero di esemplari per formare le medie, ma tuttavia abbastanza per averne dati sufficienti e dedurne risultati che mi sembrano