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430 francesco gnecchi

i Cesari e gli Augusti, è ricordata su moneta non senatoria.

Queste le rappresentazioni principali e più frequenti. Restano alcuno altre monete con Roma (Nerone, Traiano), colla Sicilia (Adriano), colla Dacia (Traiano), con alcuni monumenti (Nerone, Adriano, Caracalla, Severo Alessandro), colla Vittoria (Vespasiano, Commodo, Sev. Alessandro, Gallieno), con una trireme (Nerone, Lucio Vero, Gordiano), con un’aquila romana (Nerone), colle quattro Stagioni (Antonino e Commodo), cogli attributi di Ercole (Commodo), cogli istromenti da sacrificio (Commodo, Salonino), con qualche simbolo, fra cui predominante il Caduceo (Vespasiano, Tito, Domiziano, Adriano, Antonino Pio), con allusioni militari (Sev. Alessandro, Giulia Mammea), con voti o saluti dell’Esercito, del Senato e del Popolo (Gallieno). In fine il tipo delle tre Monete, il più comune sui medaglioni, figura pure ripetutamente sullo monete semplici imperatorie, incominciando da Elagabalo e dalle sue donne fino a Gallieno.

Le rappresentazioni, che mancano quasi completamente nei bronzi coniati direttamente dall’Imperatore, sono le personificazioni delle Deità astratte Abundantia, Pietas, Fecunditas, Pax, Salus, ecc., le quali formano invece la maggioranza non solo sui bronzi senatorî, ma anche sulle monete d’oro e d’argento, e costituiscono una delle caratteristiche della monetazione romana. Sulla moneta semplice imperatoria, queste rappresentazioni sono affatto eccezionali nei primi due secoli, e non è che più tardi che, quantunque sempre raro, pure appaiono meno eccezionalmente.

Come bronzi imperatorii riguardanti essenzialmente la persona dell’Imperatore o delle Auguste vanno considerati tutti (meno una sola eccezione)