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426 francesco gnecchi

principalmente nelle monete dell’ultimo modulo. Esistono di queste alcune intere serie, delle quali non solo non è ancora bene determinato il luogo di fabbricazione, ma talora neppure l’epoca dell’emissione nè il preciso ufficio a cui erano destinate, e queste naturalmente dovevano essere escluse.

La prima che ci si presenta è quella formata dai numerosi piccoli e piccolissimi bronzi, che generalmente s’attribuiscono all’epoca di Domiziano, alcuni dei quali portano le lettere S C, mentre altri ne sono privi. — Dal tipo sembra probabilissimo che questi bronzi siano stati battuti in Roma; ma erano essi vera moneta, oppure tessere o qualche cosa di simile? La straordinaria oscillazione dei pesi per pezzi del medesimo tipo, e i tipi stessi, scostantisi assai da quelli delle monete comuni, possono dar luogo a diverse supposizioni, che non è qui opportuno di discutere.

Una seconda serie ci si presenta sotto il regno di Trajano e d’Adriano e consta di quei piccoli bronzi che portano le leggende METALLI VLPIANI, METALLI VLPIANI DELM, METALLI VLPIANI PANN, DARDANICI, ecc. Furono essi coniati in Roma o nelle provincie Danubiane, in cui esistevano le miniere? Furono essi coniati veramente col metallo proveniente da quelle miniere? Erano essi vera moneta o semplicemente tessere destinate a pagare gli scavatori delle miniere stesse, oppure non erano che medaglie commemorative della scoperta di giacimenti metallici e dell’inaugurazione di lavori in una data miniera? Lo stato attuale della scienza non è in grado di rispondere a tali dimande, e il problema rimane per ora insoluto.

Una terza serie assai più numerosa e più prolungata delle procedenti è quella costituita dai bronzi battuti coi conii dell’argento, la quale, incominciando verso il regno d’Antonino, si protrae