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questo genere, che deve sopratutto essere pratica. Le divisioni della prima edizione rendono le ricerche più facili, più spiccie, mentre la fusione di tutte le serie in una, introdotta nella seconda, può ingenerare facilmente confusione, e la confusione, facile in chi consulta il libro, non ha risparmiato neppure chi lo ha compilato. Potrei citare troppo numerosi esempi di inesattezze prodotte in gran parte dalle soverchie abbreviazioni, dei troppi richiami per dritti e per rovesci ai numeri precedenti, conseguenze inevitabili di un sistema che produce un enorme affastellamento di monete, simili nei diversi moduli o nei diversi metalli. Se quindi furono corrette molte — ma non tutte — le inesattezze della prima edizione, ne furono però aggiunte molte altre dipendenti in gran parte dal sistema della serie unica. Si deve poi oltre a ciò considerare, che un catalogo così copioso come è quello del Cohen non è fatto solamente per classificare le collezioni o per ricercare se un dato pezzo è pubblicato o meno. Bene spesso occorre il caso di fare qualche ispezione generale sulle monete di una data categoria o di un dato metallo, ed è in questi casi specialmente che si è costretti a deplorare il sistema della serie unica e a desiderare quello delle serie divise.

Si fa valere l’economia di spazio che si ottiene, riunendo le serie. Ciò è vero finchè si tratta delle monete, le quali sono sovente ripetute nei tre metalli, tolta però la variante costituita perennemente dall’esservi e dal non esservi le iniziali S C, ma i medaglioni — ed ora vorrei dire anche la monetazione imperiale completa, ma di ciò non si parlava allora e la cosa sarà probabilmente da adottarsi quando si penserà alla terza edizione — i medaglioni, dicevamo, avendo rappresentazioni e leggende nella grande maggioranza diverse da quelle delle monete, non offrono neppure la meschina economia di spazio, che ci pare sia la sola ragione che militò in favore della serie unica e la fece prevalere. Il Cohen veramente nella sua prefazione chiama questo nuovo ordine più logico e più serrato, e noi lo vagliamo ammettere, ma quando per la chiarezza si sacrifica — e ben a ragione — l’ordine cronologico all’alfabeto, ci pare che meglio valga fare il sacri-