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medaglia del porto di fano 381


il Porto, o vero che la Città lo rimborsasse un tanto l’anno contentandosi per li frutti l’utile del Porto detrattone quel ch’oggi cava la Città dalli suoi datii et gabelle, et mai lo scrissi a Fano, né meno ne parlai con persona vivente.»

E a tergo di altra lettera del 23 dicembre:

«Il Bargoni non approvava il Porto por il med.mo interesse accennato da me nel 2° libro (che manca) et dimostrava moversi per benef.o dela Camera, ma li messi al pelo il Maderni che lo chiarì benissimo in tutto due le sessioni fatte inanzi al al S.r Card.le Serra che voleva v’intervenissi io sempre: la causa non voglio dire per rispetto di N. S.re che me l’ha prohibito.»

Poi venne qualche dissenso col capitano Pandolfo Carrara mandato Ambasciatore dal Pubblico di Fano a Roma perchè pareva all’Uffreducci che egli tirasse le cose in lungo per aver agio di stare a Roma a spese del “povero pubblico” per sbrigare i negozi suoi particolari. Il fatto sta che l’istromento col quale venne appaltata l’intera costruzione del porto all’architetto Rinaldi fu stipolato li 16 gennaio 1613 e il 25 stesso mese fa stipolato l’altro istromento col quale si contraeva un debito di 32 luoghi del Monte delle Comunità per la fabbrica stessa1.

Subito dopo il Rinaldi si portò a Fano e pose mano ai lavori.

Ai deputati e al Comune impazienti e solleciti di veder compiuto il porto pareva che i lavori andassero assai per le lunghe e ne fecero sovente lamento a Roma al Cardinale Serra. Ai primi di luglio i lavori erano soltanto ed appena iniziati a detta del Comune e il Rinaldi a sua giu-

  1. Lettere di Pandolfo Carrara nell’Archivio Comunale di Fano. Carteggio Ambasciatori ed Oratori, busta 15.