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medaglia del porto di fano 377

revole, ma l’Uffreducci non aveva finito il suo compito perchè altre difficoltà ed opposizioni per parte delle città vicine e specialmente di Ancona, sorsero ad ostacolare l’impresa.

E da prima comparve uno scritto di Tarquinio Pinauro o Pinaoro Anconitano di cui una copia manoscritta trovasi tra le lettere indirizzate all’Uffreducci. È intitolato: Parere di Tarquinio Pinaoro Anconitano - scritto - a Mons. Negusanti Referendario Apostolico - per il Porto e traffico mercantile disegnato farsi nella - Città di Fano sua patria, - e porta la sottoscrizione: Di casa in Roma li xvii di ottobre 1612. Con questo suo parere il Pinaoro cerca di dimostrare l’inutilità e il danno della costruzione di un porto a Fano. Perchè dirigesse questo scritto a Cristoforo Negusanti1 Ponente di Consulta e Referendario apostolico è ignoto. Il fatto è che il Pubblico Fanese ricorse subito, 4 novembe 1612, all’Uffreducci che al solito fa questa annotazione a tergo della lettera:

«La Città mi scrive della scrittura fatta dal Pinauro Anconitano che mi diede da sudare perchè oltre le buone ragioni sue apparentissime era fomentata da p.sona c’haveria polso: con tutto ciò superai ogni cosa ed altre difficoltà che non voglio dire, nè meno l’ho scritto mai al Mag.to.»

La persona c’haveria polso si sussurrava fosse il Duca d’Urbino che vedeva di mal occhio la costruzione di un porto a Fano a scapito di quello di Pesaro. Appena queste voci giunsero all’orecchio del Duca egli scrisse a un consigliere Emilio, che non so chi sia, una lettera per giustificarsi di questo dubbio. Questa lettera originale trovasi nel carteggio dell’Uffreducci e credo opportuno riprodurla perchè sommamente onorifica per l’Uffreducci stesso della cui benevolenza sembra fosse desideroso il Duca2:

  1. Cristoforo Negusanti viveva in Roma insieme all’Uffreducci ed era anch’esso Cameriere secreto di Paolo V, e Referendario utriusque signaturæ. Il Pinauro gli avrà indirizzato il suo scritto sperando forse in qualche sua gelosia con l’Uffreducci, ma nulla ci fa credere che il Negusanti si prestasse a intralciare l’opera dell’Uffreducci.
  2. Reg. 24, in fine.