Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
francesco foscari e le sue monete | 333 |
precedente1, il cui ricavato doveva essere consegnato all’arsenale per l’armamento di cinquanta galere.
Giunte le cose a questo punto vi si ingerisce il Maggior Consiglio, il quale in una legge del 16 marzo 14562 osserva che nel tempo della guerra, e per le necessità delle terre e per le molte spese, furono ordinati e coniati nella zecca quattrini e piccoli di varia sorte, e si sono continuati a coniare anche dopo la pace, ed ora sono talmente moltiplicati che nella terraferma sembra che non vi sia altra moneta se non di rame, e comincia, ad esserne infestata anche la città, ciò che è causa di questioni, di confusioni e di altri gravi inconvenienti. Per cui proibisce agli ufficiali della zecca di coniare quattrini piccoli senza il permesso dello stesso Maggior Consiglio, minacciando la privazione dell’ufficio, pene pecuniarie e personali, agli ufficiali ed agli stampatori che contravvenissero a questi ordini.
Nel 20 febbraio successivo 1456 (1457)3, essendovi circa 2500 marche di rame legato coll’argento giacente in zecca con danno del Comune, il Maggior Consiglio ordina di fabbricare quattrini con quella pasta e di adoperare in preparativi di guerra la utilità risultante, calcolata in 1500 ducati, e ciò solo per la materia esistente e non più, rimanendo ferme le disposizioni e le pene stabilite dal precedente decreto.
Con siffatti provvedimenti si chiude questo periodo importante di storia numismatica veneziana.