che smungeva lo finanze dello Stato e lo risorse del paese. Per esempio nel 23 novembre 1443, dopo sognata la pace, sperandosi tempi più tranquilli, si proibisce la coniazione di piccoli per Brescia, Padova ed altre terre1, ma nel 13 marzo 1447, quando più urgente era il bisogno di denaro, si ordina ai massari dell’argento di fabbricare tremila marche di piccoli per Brescia, per ricavare 3500 ducati di utilità, che sono destinate agli armamenti2. Nel 25 settembre 1451 si sospende nuovamente la fabbricazione di piccoli per Brescia3, e nel 12 novembre successivo4 si ordina alla zecca di far uscire in qualsiasi modo i piccoli di Brescia, già pronti e che non si possono spedire costà per la proibizione fatta, consegnando il ricavato all’arsenale per provviste di guerra, ma nel 29 dicembre dello stesso anno si delibera la coniazione di 7000 ducati di piccoli da Brescia, non ostante tutti gli ordini contrari5. Nel 18 settembre 1453 il Senato proibisce agli ufficiali della zecca di coniare piccoli da Venezia6 sotto pena di 200 ducati di multa da infliggersi dagli Avogadori del Comune: tre giorni dopo questo provvedimento viene sospeso per ordine della Signoria7 finchè sia completata la somma di 18,000 lire di tali denari decretata nel 22 agosto
- ↑ R. Archivio di Stato. Senato, Terra reg. I, carte 111. — Capitolare delle Brocche, carte 29 tergo.
- ↑ R. Archivio di Stato. Senato, Terra reg. II, carte 24 t. — Capitolare delle Brocche, carte 31.
- ↑ R. Archivio di Stato. Senato, Terra reg. III, carte 2. — Capilare delle Brocche, carte 33.
- ↑ R. Archivio di Stato. Capitolare delle Brocche, carte 33.
- ↑ R. Archivio di Stato. Senato, Terra reg. III. carte 13. — Capitolare delle Brocche, carte 33 t.
- ↑ R. Archivio di Stato. Senato, Terra reg. III, carte 79. — Capitolare delle Brocche, carte 33 t.
- ↑ R. Archivio di Stato. Capitolare delle Brocche, carte 34.