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francesco foscari e le sue monete 329

monete fuori d’uso a certo Antonio Agostini, a cui restava vietato di spenderle, contratto in cui sono specificati i quattrini duini da Brescia ed i pizzoli cecchi dal lion, le qual monede non se possino in alchuna parte del mondo spender.

Data così soddisfacente spiegazione di pressochè tutte le monete di bassa lega, che portano il nome di Francesco Foscari, una sola ci resta da chiarire, ed è quella lavorata accuratamente, che da un lato reca la testa del Santo Evangelista e dall’altro una croce accantonata da quattro punti triangolari, la quale esiste anche col nome di Tomaso Mocenigo, per cui ne ho già parlato nel capitolo che riguarda quel doge. Sia por l’epoca in cui fu introdotto questo tipo, sia per non poterlo ad altra regione attribuire, sospettai che questo denaro sia stato coniato per la provincia del Friuli, conquistata dai veneziani precisamente ai tempi di Tomaso Mocenigo. Il decreto 24 maggio 1442, riferito più sopra, ordina che i Masseri nostri della moneda de largento mandare debiano a padoa. trevixo e ale altre tere nostre da parte de tera et in la patria del friul di bagatini, i qual sien spesi in li diti luogi. Tale dizione sembra confermare che si coniassero anche pel Friuli bagattini di una stampa speciale, avendo quella provincia una monetazione differente da quella usata a Padova ed a Treviso: altrimenti il decreto avrebbe semplicemente ordinata la coniazione e la spedizione di un solo tipo di denari, sapendosi che la stessa lira era adoperata a Venezia, Padova e Treviso, e che alle monete speciali di Verona e Vicenza, di Brescia e Bergamo, erasi provveduto coll’altro decreto 22 febbraio 1441 (1442).

Così abbondanti e ripetuti emissioni di monete scadenti, il cui pregio era di gran lunga inferiore al valore ed al ragguaglio colle principali d’oro e d’ar-