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322 | nicolò papadopoli |
lavorate, fa accordato che l’argento fosse ridotto metà in soldi, metà in grossi. Non bastando per questa trasformazione il termine fissato da prima a tutto aprile, fu prorogato nel 26 giugno1 fino a tutto agosto dello stesso anno.
I bisogni delle esauste finanze fecero ricorrere a frequenti emissioni di monete di bassa lega, le quali davano alla zecca non pochi guadagni, destinati ad alleviare le spese delle guerre lunghe e costose. I pezzi di questo genere, abbondantissimi anche oggi, col nome di Francesco Foscari, sono vari di tipo e di peso, per cui viene naturale il sospetto che sieno stati creati per località e monetazioni differenti; ma siccome non hanno alcun segno che chiarisca l’attribuzione, non si seppe fin’ora trovare una soddisfacente spiegazione. Su ciò le cronache e le storie sono mute, ond’è necessario ricorrere ai documenti, che in quest’epoca si susseguono numerosi e ordinati.
Nei primi anni del dogado del Foscari non havvi alcun cenno di moneta minuta, per cui è probabile si continuasse la coniazione dei piccoli e dei tornesi col peso e col titolo usato precedentemente.
Solo nel 22 febbraio 1441 (1442)2, si trova il primo decreto del Senato, il quale delibera di diminuire l’intrinseco dei piccoli, che si battono in zecca per Brescia, Bergamo, Verona e Vicenza, sub diversis stampis secundum cursum locorum essendo necessario, per la strettezza della guerra, far denaro in tutti i modi onesti. Quasi a giustificazione si osserva che quelle provincie sono invase da moneta del ducato di Milano detta Sesino che di sopra è imbianchita,