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al lago Regillo, vinta dai Romani sotto il comando del dittatore A. Postumio Albino. Era questa una lieta ricordanza che rendeva orgogliosi i successori del dittatore. Infatti il suo trionfo assicurava la libertà e introduceva a Roma due nuovi dei che protessero sempre i romani1. I loro busti sul denaro di L. Servius Sulpicius Rufus accennano alla vittoria riportata sui latini da Servius Sulpicius e alla liberazione di Tuscolo, antica patria dei Dioscuri. C. Serveilius torna al tipo originario, ma alquanto lo altera, forse pel suo cognome Geminus, avuto da parecchî suoi antenati, a partire da P. Servilius Geminus, console il 5022. Se dunque ogni volta, dopo l’abolizione del tipo primitivo sui denari, la presenza dei Dioscuri sulle monete romane trova una ragione storica, possiamo ammettere che L. Memmio abbia voluto lasciarci anche lui sul suo unico denaro un ricordo della sua remota ed illustre discendenza.

III.

Osserva il Riccio che la testa giovanile imberbe del diritto di questo denaro ha una pinguedine tutta propria, la quale “non si ravvisa in altri denari di famiglie romane; 3” ma questo suo giudizio è facile a confutarsi. Uno dei caratteri che fa distinguere alcune volte le monete della zecca di Roma

  1. Dopo la battaglia al lago Regillo, il loro carattere in Roma è quello di due divinità guerriere; non vi è, per così dire, guerra importante, dove i Dioscuri non appariscano per assicurare la vittoria ai Romani od annunziarla. Cfr. Cic. De n. d. III, 5; Flor. III, 3, 20.
  2. Per altri esempi consulta Albert, Le culte de Castor et Pollux en Italie, p. 76, 77, 78.
  3. Riccio, Memmia, 8.