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poche osservazioni sul denaro di l. memmi 189

circa i Memmii mettono in chiaro il mio ragionamento. Lucrezio, invero, nella dedica del suo poema a C. Memmio, mostra di avere una vaga notizia dell’origine dei Memmii e non si estende a parlare di Menesteo, come sarebbe stato necessario in quel caso: laddove Virgilio, che ebbe cura ed interesso di raccogliere dalla bocca del popolo o dai libri quante favole correvano sull’origine delle famiglie romani rannodantisi ad Enea, da uomo dotto ci parla di Menesteo troiano, mettendo le cose nei loro termini.

Per compendiare adunque diciamo, che il tipo del rovescio di questo denaro riceve luce dalla ipotesi che l’eroe troiano sia stato col tempo confuso con l’eroe ateniese, e solo così si spiega la rappresentanza dei Dioscuri al rovescio.

Si osservi inoltre che il tipo dei Gemelli su questo denaro non è il tipo comune a tutt’i primi denari romani anonimi o con simboli e iniziali. L. Memmio coniò in un’epoca in cui già era stato alterato il tipo primitivo e sostituito da quadrighe o bighe di divinità o anche da ricordi famigliari. Se i IIIviri preposti alla zecca nel VII secolo conservano ancora l’immagine dei Dioscuri al rovescio, egli è per rispetto alla tradizione, ma sopratutto perchè questi dei hanno importanza nella storia delle loro famiglie o ricordano un fatto di qualche loro illustre antenato. La gente Quinctia conserva il tipo ufficiale, ma sotto i piedi dei cavalli di Castore e Polluce imprime uno scudo macedonico, al quale era affidata la memoria dello splendido trionfo di T. Quinzio Flaminino su Perseo e della dedica da lui fatta ai Gemelli nel tempio di Delfi, consistente in due scudi d’argento. A. Postumius Albinus, col rappresentare sul suo denaro i due giovani eroi nell’atto di abbeverare i loro cavalli alla fonte Juturna, volle perpetuare la ricordanza della famosa battaglia