Pagina:Rivista italiana di numismatica 1892.djvu/190

178 ettore gabrici

del diritto, poi quello del rovescio; ma viceversa, a noi importa muovere dal tipo del rovescio, perchè l’altro riceve luce da esso.

II.

Tranne la prova indiretta di Lucrezio e la precisa affermazione di Virgilio circa l’origine troiana dei Memmii, la letteratura latina anteriore a Virgilio non fa menzione di Menesteo compagno di Enea1. Abbondanti invece, sia presso gli autori greci, sia presso i latini, sono i passi che ci ricordano il suo omonimo ateniese. Fra i tanti eroi dell’età leggendaria la Grecia cantava il nome di Menesteo, re di Atene, figlio di Peteo e discendente dal magnanimo Eretteo2. Era egli uno dei personaggi più popolari, il cui nome, insieme a quello di Menelao, di Agamennone, di Ulisse, di Achille.... era rimasto nella coscienza dei greci come rappresentante dell’Ellenismo, come degno campione, in cui questo popolo vedeva personificata la lotta tremenda della Grecia coll’Asia, lotta conosciuta generalmente sotto il nome di guerra troiana. Eroe egli stesso, discendeva da una progenie di valorosi ed illustri personaggi, primo dei quali fu Eretteo, re di Atene; e da Orneo, figlio di questo, era fama che traesse il nome, a dir di Pausania, il comune di Ὀρεναί nell’Argolide3. Non meno eccellente degli altri ca-

  1. Fra gli scrittori latini posteriori a Virgilio, solo Igino fa cenno di Menesteo troiano, compagno di Enea ne’ suoi viaggi. Non sappiamo donde traesse la notizia di una finta battaglia navale, data da Enea nel tempo che dimorò presso Aceste, in Sicilia, nella quale Menesteo si segnalò e si ebbe in premio una corazza. (Hygin. fab. CCLXXIII).
  2. Apollodoro, III, 10.
  3. Pausania, II, 25, 5.