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166 francesco gnecchi

Lenormant1, il Garrucci2, il Müller3, il Six4, il Ponton d’Amécourt5, il Feuardent6 e altri ancora.

Fin qui nulla di notevole, se non un soverchio spargimento d’inchiostro per una questione, che si sarebbe potuta sciogliere assai più brevemente; ma lo strano sta in questo, che tutta la battaglia venne impegnata e combattuta a proposito di quei piombi romani numerosissimi, nei quali sono così marcati i caratteri di tessere, che nessuno oggi penserebbe a supporre che abbiano mai potuto servire di moneta. Di quei veri numi-plumbei, o piombi-monete, che io ho inteso indicare col titolo del presente Appunto, neppure uno mi pare fosse conosciuto dagli autori citati. Per non parlare che dei due, che si occuparono per gli ultimi specialmente dei piombi romani, il Ficoroni7 e il Garrucci8, ambedue descrivono qualche migliaio di piombi, ma in tutta quella congerie non ne trovo uno solo, che esca dalla categoria dei sigilli o delle tessere. La quistione si aggirò dunque per circa un secolo intorno ad una vana ombra; mentre avrebbe appena avuto ragione di essere quando avesse preso in considerazione i piombi di cui intendo oggi discorrere, i quali sono ben differenti dalle tessere e dai sigilli; e ad essi si propriamente si può

  1. La Monnaie dans l’antiquité, Vol. I, pag. 207 e seg.
  2. Revue Numismatique, 1862, pag. 412 e seg.
  3. Numismatique de l’ancienne Afrique, Tomo III, pag. 19 e 31.
  4. Numismatic Chronicle n. s., Tomo XV, pag. 38 e seg.
  5. Revue Numismatique, 1853, pag. 81 e 1862, pag. 167. — Annuaire de la Société française de Numismatique, 1873-74, pag. 118.
  6. Collection Demetrio, Égypte ancienne, pag. 333-335.
  7. Piombi antichi. — Opera di Francesco de Ficoroni dedicata alla santità di Nostro Signore Papa Benedetto XIV. Roma, mdccxl.
  8. I Piombi antichi raccolti dall’Eminentissimo Principe Il Cardinale Ludovico Altieri, ordinati e descritti da Raffaele Garrucci D. C. D. G., Roma, 1847.