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1367 al 1783, fra i quali alcuni distintissimi per la loro perfezione (Tav. I e II); la Certosa di Parigi ne somministrò tredici, che rapportano agli anni 1278, 1367, e giù venendo al 1783 (Tav. XI e XII); Londra offre per la sua Certosa l’impronta di un sigillo del secolo XV di un lavoro magnifico per finezza e carattere (Tav. XXIII); della Certosa di Colonia si presenta un bellissimo sigillo, di cui la matrice in argento esiste nel museo di quella città, e che è lavoro al certo non posteriore alla prima metà del secolo XV (Tav. XXI).
Trentanove sono gl’Istituti Certosini aperti in Italia, che troviamo ricordati dal Vallier, e di diciotto fra essi abbiamo le impronte di sigilli dei quali fecero uso. Meritevoli di particolare considerazione per lavoro artistico presentansi quelli della Certosa Firentina di S. Lorenzo del secolo XV; di Pesio pure dello stesso secolo; di Milano e di Mantova di epoca posteriore. Anche per la Certosa di Pavia il Vallier ha raccolto vari sigilli, che se non emergono per antichità, pure sono abbastanza pregevoli dal lato del lavoro, e riescono poi di speciale interesse col rammentare una delle più ricche e monumentali Case rette dall’Ordine Certosino, e la cui fondazione dovesi al primo duca di Milano Giovanni Galeazzo Visconti. Il nostro autore ha avuto pur cura di accennare all’importanza della Certosa di Pavia, col ricordare il ricchissimo dono, che questa faceva alla Grande Certosa di Grenoble nell’anno 1576, di un grandioso altare, che sebbene manomesso e modificato, ancora esiste nella cattedrale di quella città, e porta l’iscrizione originaria:
car . papiensis . mvnvs
magne . car . matri . sve . ann . dni .
mdlxxvi
Il Vallier, discorrendo della Certosa di Montreuil, dalla cui tipografia, dipendente dalla Certosa di Grenoble, è uscito lo splendido volume di cui ci occupiamo, ha rilevato, che sino dal secolo XVI, nella stessa Grande Certosa era attiva l’arte tipografica, e che avrebbe potuto enumerare ben quindici case di Certosini, le quali erano in possesso di carat-