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aes rude, signatum e grave, ecc. 75

essa si distacca dalle àncore greche, etrusche ed umbre rappresentate nelle monete anteriori e posteriori, ed ha quindi carattere specifico romano1.

Il tripode, simbolo certo del culto di Apollo Delfico, come nelle monete di Crotone (v. Preller-Jordan, Röm. Mythol., I, p. 147), combinato con l’àncora, simbolo non meno certo d’una spedizione oltremarina, e con le notate differenze stilistiche, tecniche e metrologiche dei quattro diversi esemplari conosciuti, mi sembrano annunciare e rivelarci la probabile connessione dei quadrilateri segnati con questi tipi con qualcuna delle solenni circostanze in cui i romani furono consigliati di rivolgersi a Delfi ed al culto di Apollo ἀλεξίκακος (Medicus, Salutaris, Conservator).

La spedizione decemvirale, la quale coincide con la pestilenza del 453 a. C, con l’istituzione in Roma del culto di Apollo Delfico (Preller-Jordan, Röm. Mythol., I, p. 301) e con l’introduzione dell’aes grave signatum (Mommsen-Blacas, I, p. 180), è una data che potrebbe bene convenire per l’esemplare A,

  1. I tipi d’àncora che più si avvicinano sono: a) quadr. laziale, Garrucci, tav. XLVI, 4. (R. delfino), trovato a Tarquinia; b) sestante laziale, Garrucci, tav. XLIV, 4 (R. tridente), da lui attribuito a Tibur; c) asse fuso di Vetulonia, Garrucci, tav. LIII, 45, e quadr. coniato, tavola LXXIV, 14. Questi tipi presentano però l’asta più corta e il ceppo molto più largo. Nelle antichissime monete greche di Ancyra, Head, Ancient coins, tav. 10, n. 21-22, l’àncora presenta l’estremità inferiore triangolare (cfr. anche l’àncora di Pesto, Garrucci, CXXII, 33, 88). Nell’aes grave dell’unione etrusca (Garrucci, tav. L-LI) l’àncora presenta alle due estremità anello e campanella, come nel rilievo d’Orange (Schreiber, Bilderatlas, XLVIII, 8, v. Daremberg e Saglio, Dictionn., I, p. 267, fig. 321), e nella colonna Traiana (Baumeister, Denkm. d. Alt. Kunst, III, p. 1603). Nell’aes grave di Todi gli anelli superiore ed inferiore sono fissi. Nella colonna Duilia (àncora cartaginese) l’anello superiore è fisso e biforcato, manca la crux e le branche sono lanceolate come nei tipi greci del sec. 1/2 VI-1/2 V a.C. (cfr. Arch. Zeit., 1851, tav. 27; Kekulé Balaustr. d. Athena-Nike; Baumeister, Denkm., III, p. 1614).