materiale del popolo romano1; è l’emblema abbreviato di Giove Fulguratore, rappresentato dalla fatale quadriga fittile di Volcas di Vei sul culmine del tempio Capitolino2, raffigurata nei famosi quadrigati romani (v. sopra p. 53) e nel bronzo trientale Capuano a iscrizione osca3; è l’aquila infine che, come uccello del buon augurio, guida e protegge le legioni romane4, e che, quale insegna dell’esercito (l’aquila legionare), rappresenta l’onnipotenza militare romana e propriamente l’imperium militare5. Di qui anche la celebre invocazione di Orazio riferita a Druso,
- ↑ Vedansi le osservazioni da me fatte a proposito di un’Insegna etrusca nelle Notizie degli scavi, giugno 1887, p. 2137 e segg. Ivi nella stampa cadde o fu dimenticata l’indicazione della misura di detta insegna, la quale è riprodotta a tav. V, 1, metà circa del vero (larg, 0,27, alt 0,19).
- ↑ Vedasi ancora il citato mio scritto nel Museo Ital., I, p. 89, nota 5, e p. 90, nota 1; Servio, ad Aen, VII, 188, la nomina come uno dei septem pignora imperii.
Nel rovescio dei denari di un Ogulnio (Babelon, II; p. 266), triumviro monetale insieme con un Vergilio o un Verginio, ed un Carvilio, o Garvilio (non Gargilius, come generalmente si ritiene, Babelon, I, p. 581 e segg.) è raffigurata la quadriga del culmine del fastigio settentrionale Capitolino instauratavi dagli Ogulni nel 296 a. C. (Liv., X, 28, 11). Nel tipo del diritto credo di riconoscervi, o il Summanus (= Iupiter Anxur; Veiovis), caduto dal fastigio sud Capitolino al tempo di Cicerone (De div., I, 10), o la testa della statua colossale di Giove (Veiovis, cfr. la folgore sottostante) fatta eseguire ex manubiis samnitibus da Sp. Carvilio (Plin., H. N., XXXIV, 43).
- ↑ Vedi Garrucci, tav. LXXXVII, 6, 7, 16-7, 20, etc.
- ↑ Mi riferisco a questi due importanti luoghi di Tacito: Ann. II, 17,
“Interea pulcherrimum augurium octo aquilae petere silvas et intrare visae, imperatorem advertere, exclamat, irent, sequerentur Romanas aves, propria legionum numina. ” — Hist. I, 62, laetum augurium . Fabio Valenti exercituique, quem in bellum agebat, ipso profectionis die aquila leni meatu, prout agmen incederet, velut dux viae praevolavit; longumque per spatium is gaudentium militum clamor, eaquies interritae alitis fuit, ut haud dubium magnae et prosperae rei omen acciperetur.
- ↑ Vedasi il notevole studio del Domaszewski , Die Fahnen in römischen Heere, nelle Abhdl. d. arch.-epigr. Seminar. Wien, 1885 (p. 28 e segg. dell’estratto). In questa memoria sono riprodotte molte