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56 luigi a. milani

emissioni ben distinte: una più pesante, senza segni (Garrucci, tav. XXXVII); ed una più debole, col segno del falcetto.

Nel rovescio dell’asse a testa di Giano giovanile vediamo la testa di Mercurio, una divinità etrusco-romana (etr. Turmus) che si identifica col Turnus laziale Vergiliano1, il cui culto in Roma rimonta al tempo dei Tarquini (Preller-Jordan, II, p. 230). La testa di Mercurio, Deus magnus, Caelestis, Aeternus, Felix, Nuntius pacis, è il tipo ordinario dell’oncia urbana, e si connette tanto col Mercurio dei quinarii e sestanti di Populonia (Garrucci, tavola LXXiII, 13-15 e tav. LXXIV, 8-9), quanto con il tipo delle monete di argento di Segni (Garrucci, tav. LXXXII, 20-21) e di Alba Fucense (Garrucci, tav. LXXXII, 17). Il caduceo — attributo di Mercurio — del sestante, sta in relazione palese con la testa dell’asse.

Sul diritto del semisse vediamo la testa di Minerva Roma con galea corinzia crestata, desunta tipologica mente forse dalla Pallade attica di Eraclea (Gardner. The types, XI, 13; Garrucci, tav. CI, n. 6-9 e GII, 1-3) ma corrispondente col tipo divenuto specifico di Cales con le dilitre romano-campane iscritte ROMANO e ROMA, col triente dell’aes grave urbano e col dupondio urbano trientale (Garrucci, tav. XXXI, 2). La galea corinzia crestata che copre questa testa, e l’espressione medesima del viso alzato, non ci lascia il più lontano dubbio che cosi nell’aes grave urbano, della nostra serie, di aes grave come nell’altra serie, Garrucci, tav. XXXVIII, di cui diremo più innanzi, e nelle monete coniate romano-campane, sia ritratta a disegno

  1. A rischio non di esser creduto per ora, devo accennare anche a questo probabile e recondito risaltato de’ miei studi sulle divinità degli Etruschi; v. nota 27.