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aes rude, signatum e grave, ecc. | 55 |
sona Roma ed il popolo romano: — è sicuramente il Giove fulguratore di Volcas di Vei (cioè Volcanus = Mamurio), che dalla vetta del Campidoglio, anzi dall’ultimo vertice del sacro tempio di Giove Capitolino, protegge il popolo romano e ne rappresenta la fulminea potenza militare1. Traiano, restituendo l’antichissima moneta della Repubblica, non poteva dimenticare di rinnovare il quadrigatus che fu veramente la prima moneta Urbana d’argento, e politicamente la più importante2.
La circostanza dell’emissione emerge dalla spiegazione stessa dei tipi: o segue immediatamente la occupazione di Capua, 338 a. C., o coincide con lo stabilimento della Prefettura in quella città, 314 a. C.3. Essendo fatta per servire ai bisogni delle guerre sannitiche, è poi naturale sia tagliata sul piede attico-campano (dilitre e litre = nummus e seminummus).
L’asse col tipo di Giano giovanile precede un poco la detta emissione dell’argento Urbano e Capuano, e sussiste ancora contemporaneamente alla medesima, ridotto, come gli esemplari del nostro ripostiglio, sul peso dell’aes grave urbano di 11 e 10 once.
Le nostre idee vengono confermate dalle osservazioni sull’aes signatum (cap. III), e dalla stessa analisi di tutti gli altri tipi riferentisi alla serie d’aes grave a testa di Giano imberbe, di cui esistono due
- ↑ Vedi il mio scritto: I Frontoni di un tempio tuscanico scoperti in Luni, nel Mus. Ital., 1884, vol. I, p. 90. Cfr. più innanzi nota 84 e p. 67 segg.
- ↑ L’argomento della restituzione di questa moneta, l’antico guadrigatus per parte di Traiano (vedi D’Ailly, I, p. 159), è davvero incrollabile. Altri argomenti sono toccati e svolti dal Garrucci, op. cit., p. 62 segg. Per me è poi decisiva la particolarità tecnica dell’iscrizione incusa, ritrovandosi nei primi denari urbani (cfr. cap. IV).
- ↑ Livio, IX, 20; cfr. Lenormant in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des Antiquités art. denarius.