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Ma ben più interessante è il regno di Costantino Magno, sulle cui monete si veggono personificate le nazioni dei Franchi e degli Alemanni, sotto la forma di donne assise in attitudine di tristezza, colla leggenda: francia, oppure: alamannia, o: franc . et alam.

Le vittorie di Crispo su quei popoli sono celebrate anch’esse dai conii con: francia e con: alamannia, o: alamannia devicta; quest’ultima iscrizione si trova pure sui piccoli bronzi di Costantino II.

Più tardi i tipi monetali s’immobilizzano, talché le leggende: victoria aeterna avgvstorvm, trivmfator gentivm barbararvm, ecc., non hanno più nessun significato storico, e s’incontrano sulle monete di principi i quali, come argutamente osserva il signor Blanchet, furono più spesso vinti che vincitori.

Questo è per sommi capi il contenuto della pregevole memoria letta al Congresso di Brusselles dal Sig. Blanchet, la quale si presenta ora corredata di una tavola accuratamente incisa dal Lavalette, colla riproduzione dei diciotto tipi principali di monete che illustrano il soggetto.



Description générale des monnaies mérovingiennes, par ordre alphabétique des ateliers, Publiée d’après les notes manuscrites de M. le Vte De Ponton d’Amécourt, par A. de Belfort. — Tome premier. Paris, 1892. — (Un bel vol. in-8° gr., di quasi 500 pag., con 5 tav., e molte centinaia d’illustrazioni intercalate nel testo).

Il nome del compianto Visconte Gustavo d’Amécourt è indissolubilmente associato allo studio delle monete merovingie, le quali per ben trent’anni erano state oggetto delle sue dotte investigazioni. Com’è noto, egli ne aveva anche adunato una meravigliosa collezione, che dopo la sua morte immatura andò in parte dispersa, ma nella parte più cospicua potè essere acquistata dal Gabinetto Numismatico di Francia.

Oltre alle numerose sue pubblicazioni, delle quali si trova l’elenco nel Répertoire di Engel e Serrure, il Visconte d’Amécourt ha lasciato un materiale copiosissimo inedito, composto di note e di descrizioni, con cui egli si proponeva di attuare il suo grandioso disegno di una specie di Corpus della numismatica merovingia.

Questo disegno, che al fondatore della Società Francese di Numismatica non doveva esser dato di tradurre in atto, fu ripigliato e si va ora conducendo a termine, grazie alla pietà filiale del giovane Visconte Enrico d’Amécourt, che affidò i manoscritti di suo padre all’egregio signor Augusto de Belfort, Direttore dell’Annuaire di quella