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42 | luigi a. milani |
Gli altri frammenti di vaso b-c ed i resti animali f-g, accennano: o alla esistenza di antichissimo abitato presso il luogo di rinvenimento, o alla suppellettile di qualche tomba, presso cui fosse seppellito, come spesso accade di vedere, il cavallo del defunto. Il peculiare colore della patina si addirebbe all’una come all’altra ipotesi. Il fondo di tazzina italo-pelasgica e, di comune uso nel secolo VI a. C, ed il frammento c di ciotola di bucchero etrusco od italico, mi richiamano alla mente le scodellette di terra giallognola a decorazione geometrica, appunto di fabbrica italo-pelasgica, e l’orciuolo di bucchero, rinvenuti insieme con otto pezzi di aes rude in un sepolcro circolare in muratura, scoperto presso l’antica Collatia (v. Garrucci, Civiltà Cattolica, 1880, s.e XI, voi. IH, p. 718). Se però l’aes rude di Collatia (oggi Lunghezza), come il grande deposito di aes rude rinvenuto a Cervetri, di cui ha dato notizia lo stesso Garrucci (loc. cit., e Monete dell’Italia antica, p. 2, tav. I-V), può bene riportarsi all’ultima epoca rappresentata dalla stoviglia di fabbrica italo-pelasgica (fine del sec. VI a. C, o, al più tardi, principio del sec. V), il nostro ripostiglio è, come vedremo, d’epoca assai posteriore; né il fondo di tazza pelasgica può mai avere con esso verun rapporto.
L’epoca del nascondimento del nostro ripostiglio viene, a primo tratto, determinata dagli assi nn. 10-15, i quali, per la semplice osservazione da noi fatta a pag. 23 circa lo stile o il tipo alessandrino della testa d’Apollo, devono assolutamente essere posteriori alla influenza ellenistica nel Lazio e nella Campania.
Quasi al medesimo risultato cronologico era arrivato anche il Samwer nel diligente studio intorno