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una medaglia di carlo v 505

V • AVG • ; ma giova avvertire che quella medaglia, ch’è di restaurazione, fu coniata, come si prova per documenti, da Leone Leoni nel 15501.


Fissato il tempo, al quale risale, o s’allude, per la medaglia, rimarrebbe a indagarsene l’autore. Che nel ritrarre per mezzo del punzone le sembianze di Carlo ponessero l’opera loro parecchi incisori anche di singolar nominanza, non è certo cosa, intorno a cui si possa dubitare. L’Armand cita e illustra le medaglie, fatte in onore di lui dal Pomedello, dal Bernardi di Castelbolognese, da Valerio Vicentino, da Leone Leoni, dal Cavalierino, da Domenico di Polo e da Jacopo da Trezzo ; cita e illustra le medaglie d’altri artefici, de’ quali ignorasi il nome, non senza però certe riserve, quanto alla patria loro. Non osa cioè dire se le medaglie, delle quali non si conoscono gli autori, sieno tutte d’artefici italiani, o non se ne abbiano per avventura anche di stranieri, vuoi tedeschi, vuoi francesi2. Né io so dire da qual mano, se italiana o straniera, uscisse la medaglia del Museo Civico di Vicenza.


Il busto di Carlo finisce all’estremità, alquanto rilevata, in un taglio a semicerchio, che rientra alquanto nel metallo. Ma le linee cosi del taglio come del campo non vanno a congiungersi insieme regolarmente. Vi si rilevano nel mezzo alcune sporgenze, divise in tre compartimenti, che vorrebbero dirsi lettere. Questo fatto m’infuse, per un momento, nell’animo la speranza d’una scoperta. Ho creduto cioè di avervi decifrato il nome dell’artefice. Ma la

  1. Armand, op. cit, Tom. I, p. 167 e 168, n. 26. Tom. III, p. 69, n. 7.
  2. Armand, Tom. I, pag. 125.