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una medaglia di carlo v 503

rico secondo, a cui portavalo in dote Iolanda, figlia di Giovanni di Brienne e assunto, in processo di tempo, da taluni dei re delle Due Sicilie, non incontrasi, ch’io sappia, in alcun’altra delle medaglie già note. Morto Ferdinando il Cattolico, si sa che i grandi di Castiglia ebbero a contendere a Carlo la corona d’Isabella e che sul Reame di Napoli si fece a vantare i diritti de’ suoi predecessori Francesco primo di Francia. Ciò non impedì però che il giovane principe vi avesse immediatamente il dominio, ne assumesse i titoli e vi regnasse nell’una e nell’altro per mozzo di rappresentanti. Devo anzi dire che quanto alle Due Sicilie non bastò a stornarne il possesso reale nemmeno il difetto dell’investitura pontificia, contrastatagli sino al trattato, stipulatosi in Barcellona nel 1529. Ed è noto del pari che le rivalità, di Francesco non valsero a deviare da lui l’elezione all’Impero, conseguita nel giugno del 1519, pochi mesi dopo la morte di Massimiliano, di cui cingeva solennemente la corona in Bologna nel febbraio del 1530.



Se si dovesse tener conto delle difficoltà, che a Carlo fu forza superare prima di vedersi assicurato pienamente ne’ diritti ereditati dagli avi, non vorrebbesi neppur dubitare che la medaglia, della quale si fa parola, uscisse dal conio non prima del 1530, ch’è quanto dire dopo il trattato di Barcellona e la solenne incoronazione di Bologna. Ma a questa ipotesi fa contro l’effigie dell’imperatore. Ho già detto che il busto, inciso nella medaglia, difetta pienamente di barba e che nell’insieme delle sembianze raffigurasi un giovane. Va pertanto da sé che la medaglia dovesse coniarsi non dopo, ma avanti que’ due grandi avvenimenti, quando gli si riconoscevano, in onta alle contese degli emuli, i diritti ne’ domini degli