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aes rude, signatum e grave, ecc. 35


Si badi che, in tutti e tre i nostri esemplari, l’àncora ha l’estremità inferiore piana e non tonda come apparisce nell’unico esemplare intero di questo tipo conosciuto e pubblicato: Mus. Brit., pr. Genzano, di gr. 1494,53 (Garrucci, tav. XV; Mommsen-Blacas, IV, tav. I-II).

5. — Tav. VI-VII. — Quadrilatero con ambe le facce piane e bava nitida rettilinea.
D/ — Aquila di fronte e testa a destra, con ali spiegate e la folgore negli artigli.
R/ — Pegaso veloce a sinistra e sotto: ROMANOM.

Conservazione mediocre; però il pegaso bello e abbastanza fresco. Esemplare corroso e deficiente al bordo inferiore; rotto e mancante all’estremità dell’ala sinistra dell’aquila; guasto, dall’acqua o dall’uso, dalla parte dell’aquila, dove sono quasi svanite le ali e la folgore. Perciò il peso originale doveva essere sensibilmente maggiore dell’attuale.

Lung. 0,165; larg. 0,099. Peso gr. 1396.


Patina velata dalla crosta verde del tartaro il quale, in qualche punto, specialmente dalla parte dell’aquila, è d’un bell’azzurro cupo.

Del codolo appena si scorge la traccia presso la coda del pegaso.

L’esemplare nostro sta per peso e tipo in istretto rapporto coi seguenti esemplari:

a) Museo Britannico, già Guadagni (Garrucci, tav. XXIV), peso gr. 1391.
b) Esemplare ignoto ed inedito, da me veduto presso Lady Hudson in Firenze, il quale ha patina brunastra, è molto corroso dall’acqua, e pesa gr. 1420.

Il più pesante esemplare di questo tipo, è quello del Museo Kircheriano (c), proveniente da Velletri, di gr. 1696,35 (Garrucci, tav. XXIII).