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monete italiane inedite nella coll. brambilla 441

mente non ha la sola testa ma l’intiera figura di Sant’Evasio, in ciò avvicinandosi, come anche nel suo complesso ad altro pezzo pure da cinque soldi e di Casale, ma di lega assai inferiore, battuto nel 1588 per Vincenzo Gonzaga, corrispondendo però assai bene, e meglio colla sua ben scolpita data del 1663, alle caratteristiche tolte dall’ordine di battitura 18 giugno 1562. Il peso poi della mia moneta è di grammi 3,100 epperò fatta ragione dell’uso potrebbe dirsi battuto esattamente secondo il riferito ordine presentando la sola differenza di milligrammi 50 inferiore a quella che riscontrasi comunemente nelle mezze lire, e nei quarti, battuti nella zecca di Torino secondo gli ordini di Emanuele Filiberto.

Il titolo o fino è perfettamente eguale a quello constatato nella lira del 1562 col NON IMPROVIDIS.

Non ho per tutto ciò esitato a ritenere, che in questo pezzo debba ravvisarsi esemplare di quel dodicesimo di scudo, o quarto di lira che all’ottimo Promis non era ancor riuscito di trovare effettivo nel 1871.

Mi pare pur anche, che la leggenda del rovescio, ove ommesso 1’episcopus, che sta nella surricordata moneta del 1588, Sant’Evasio è detto semplicemente CASALENSIS, renda il mio pezzo più interessante. Infatti Casale ebbe sede vescovile solo nell’anno 1474 per concessione del papa Sisto IV, e quindi il titolare della chiesa di Sant’Evasio ivi esistente da tempo remoto, non poteva essere e qualificarsi vescovo di Casale, ma relativamente a questa città soltanto protettore, o patrono, come difatti ritenevasi, ed ancor si ritiene. Sant’Evasio trovasi poi annoverato dalla chiesa fra i martiri, ed a ciò evidentemente allude la palma, che nella moneta del 1563 attornia l’asta del pastorale.

Piace mi in fine rilevare, che se Domenico Promis