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appunti di numismatica romana 427

trovarsi in numero tanto grande nel ripostiglio, formando una lacuna di ben 130 anni dopo Costanzo II, che è il nome in esso più recente; mentre giova notare che tutte le altre monete segnano un seguito regolare e vi figurano senza interruzione tutti i nomi imperiali da Diocleziano fino a Costanzo II.

Gli editori della II Edizione del Cohen, conservando giustamente ai piccoli bronzi con Roma e Costantinopoli di dimensione ordinaria, il posto loro assegnato in seguito alle moneta di Costantino Magno e lasciando pure sussistere la nota sopracitata, che accenna all’epoca d’Anastasio, aggiunsero la descrizione di un certo numero di bronzi più piccoli e che chiamarono perciò Quinarii. Ora, se io debbo giudicare da quelli del mio ripostiglio — e nulla meglio si presta a un giudizio comparativo quanto un ripostiglio — vengo a concludere che si tratta appunto di quelli che rappresentano una riconiazione dei bronzi costantiniani coi medesimi tipi e le medesime leggende, ma colle dimensioni proprie delle monete del tempo di Costante e Costanzo.

E del resto, fatta anche astrazione del ripostiglio, si arriva al medesimo risultato con un semplice esame della monetazione di Costante I e Costanzo II confrontata con quella d’Anastasio.

Salvo la riduzione del modulo, la monetazione di Costante I e Costanzo II assomiglia in tutto a quella di Costantino e de’ suoi figli, anzi la più parte dei tipi monetarii di quei due imperatori non sono che riproduzioni dei tipi costantiniani. È quindi più che probabile che, avendo imitate quasi tutte le altre monete, abbiano imitate anche quelle anonime colle leggende ROMA e CONSTANTINOPOLIS; mentre invece Anastasio successo a tanta distanza ha nelle sue monete tipi che tanto si scostano e una fabbricazione cosi diversa, che davvero non si vede per qual mo-