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Milano, delle quali se ne fabbricarono, secondo le occorrenze, da 16000 a 30000 al giorno.

Nel marzo poi del 1890 venne aperto presso la zecca di Milano, dopo un periodo di quindici anni, in cui era rimasto chiuso, l’ufficio del cambio delle materie preziose, e, se detto esercizio non ha preso tutto lo sviluppo che ebbe nell’ultimo decennio prima della chiusura, però fu pel primo anno d’esercizio abbastanza produttivo e lo sarà ancor meglio in avvenire, quando 1’ argento avrà un prezzo più stabile sul mercato, e non subirà le forti oscillazioni cui fu soggetto, sia nell’anno scorso che nel corrente.

La zecca di Milano ha reso nel passato e principalmente nel periodo dal 1862 al 1876 rilevanti servizii, avendo essa sola coniato maggior numero di monete che non tutte le altre zecche allora aperte prese insieme, e altri servizii potrà rendere ancora in avvenire, specialmente se si riflette che in genere di monetazione molto resta ancora da fare in Italia. Le monete divisionarie d’argento di cui la massima parte porta ancora l’effigie di Re Vittorio Emanuele hanno fatto ormai il loro corso e incominciano a diventar logore; e quelle di Bronzo, tutte ancora coll’effigie di Vittorio Emanuele, avranno pure bisogno presto d’una riconiazione.

Anzi, a proposito del bronzo, cade qui opportuno di accennare a un fatto che forse pochi conoscono. È sempre coi vecchi conii di Vittorio Emenuele e col millesimo del 1867 che furono battuti 30 milioni di pezzi (23.500.000 pezzi da 1 centesimo e 7.250.000 pezzi da 2 centesimi) nella zecca di Milano dal 1883 al 1891, regnando Umberto I. Ora è la moneta di Bronzo che popolarizza l’immagine del Sovrano, circolando fra il minuto pubblico, è la moneta di bronzo che maggiormente sopravvive e che conserva non diremo i fatti storici, perchè ormai non li abbiamo più nelle monete, ma almeno le date e i ritratti. Il coniare ancora oggi monete di Bronzo coli’ effigie di Vittorio Emanuele è un anacronismo davvero inesplicabile, e davvero non riesciamo a capire perchè in mezzo alla faraggine di leggi, che ogni giorno si fanno, non si sia ancora pensato a fame una, che autorizzi la coniazione di monete di bronco coll’effigie del nostro Re Umberto!