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30 luigi a. milani

senta sul bacile del tripode la traccia della zappata, indi trovò quattro assi del tipo tav. XIV. Li portò subito al suo padrone, certo Sig. Francesco Venturi e questi, recatosi il giorno dipoi sul luogo di trovamento, frugando la terra e guardando meglio, raccolse tutti gli altri pezzi che compongono il tesoretto cioè, quattro altri quadrilateri di aes signatum interi due quadrilateri spezzati, tav. XII-XIII, il pezzo di aes rude, tav. I, e quattro altri assi librali, unitamente a pochi frammenti di vasi fittili ed alcuni avanzi animali.

Il detto Sig. Francesco Venturi portò il prezioso deposito a Roma, e lo fece vedere alla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti. Quivi tutti quei pezzi furono creduti falsi, ed una mistificazione; ed il medesimo erroneo giudizio essendo stato confermato al Venturi anche da un notissimo antiquario romano, questi se ne tornò avvilito e scornato al proprio paese.

Il Venturi ritenne presso di sé gli screditati oggetti fino al Novembre decorso, quando, venuto in rapporto con l’esperto negoziante di antichità sig. Giuseppe Pacini di Firenze, potè ben presto, e con sua non piccola soddisfazione, concludere la vendita dell’intero tesoretto. 11 negoziante Pacini pagò per esso una cospicua somma (circa L. 9000), e non si sbagliò a giudicarlo fuori d’ogni sospetto. Quando egli venne a mostrarmelo, io rimasi come intontito, e non credeva ai miei occhi, vedendo dei pezzi di così straordinaria rarità, in tale conservazione, e con patina e caratteri tali, da non lasciare il benché menomo dubbio sulla loro autenticità.

Io potei studiare questo insigne deposito nel breve tempo che rimase nelle mani del negoziante Pacini; ne trassi le fotografie, leggermente ridotte, che servirono alle annesse fotoincisioni, e feci eseguire i