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340 | arturo g. sambon |
Girolamo Liparolo. Sin dal 14681 fu chiamato a fabbricare i conii della zecca di Aquila, diretta allora da Benedetto de Cotrullo, e pel viaggio e dimora di lui e dei suoi artefici, e per ogni spesa necessaria per l’incisione dei conii, gli furono dati sei ducati. Fece di nuovo ritorno ad Aquila, addì 11 settembre 14692, chiamato dal nuovo maestro di zecca, Giacomo Cotrullo, e cosi ancora nel 14703, nel 1472, e via dicendo. Questo ne attesta la grande attività della zecca aquilana, la quale pressoché ogni anno variava uno od altro conio. Il 21 marzo del 1480 però chiesero ed ottennero gli Aquilani di valersi di artefici propri4.
Ecco i tipi dei cavalli aquilani di Ferdinando I d’Aragona:
Cavallo.
- D/ — FERDINANDVS * REX •
Busto a destra, con corona radiata.
- R/ — • EQVITAS * * (aquiletta) * REGNI .
Cavallo gradiente a destra.
Varianti. — Parecchie varietà, delle quali molte di pessimo disegno e con leggende erronee. Il nome è variamente scritto: FERDINAND — ∀S • REX — FERDINANOVS • REX — FERDINANVS • REX — FEDINANVS • REX; l’epigrafe del rovescio: EQVITAS * * * RENGNI — EQ∀ITAS • REGNI — EQVITAS • RENGI — EQVITAH * * REGNI e via dicendo. La gran varietà, poi, nella disposizione delle epigrafi, nel numero delle stellette o perline che le dividono, ci addimostra l’abbondanza d’emissione che ebbe questo conio5.
- ↑ R. C. S. Comuni 10 fol. 81.
- ↑ R. C. S. Comuni 11 fol. 165 t
- ↑ R. C. S. Comuni 18 fol. 147.
- ↑ Regia Munificentia, ecc., p. 246.
- ↑ Di questa abbondanza di cavallucci aquilani trovo notizia nelle lettere della Curia. Vien scritto, nel marzo del 1487, dalla Regia Camera della Sommaria a Gasparo de Zizo: « A la parte scrivite che in questa