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322 | g. f. gamurrini |
fino al tramonto della romana repubblica, per essersi trovati presso il fiume varii sepolcri con vasi corallini, che si facevano allora in Arezzo. È pertanto naturale che siansi incontrate le tombe nella pendice occidentale, e in una di queste il semisse, essendo stato il colle tutto un sepolcreto, quantunque adesso per l’inalzamento delle mura con bastioni fatto fare da Cosimo I (1552), e per i molti edifizi e le coltivazioni non vi sia rimasto dell’antico nessun vestigio.
Il semisse, ritenendo il peso di gr. 18,4, appartiene alla serie sestantaria, o alla riduzione della primitiva libbra a due oncie dell’asse di Roma: onde il suo tempo è bene stabilito, avendo avuto principio circa l’anno 484 di Roma, e terminando al 537 (216 a. C.), allorché nella discesa di Annibale in Italia, l’asse subiva, specialmente per le strettezze dell’erario, un’altra riduzione, da due ad un’oncia, ritenendo il valore nominale. Ne venne che le frazioni furono emesse nella metà del loro peso, e perciò il semisse, che esaminiamo, col superare la mezz’oncia è anteriore all’anno 537 di Roma : non di molto però, essendo il suo peso assai inferiore al legale di un’oncia, quale doveva essere nel principio della riduzione sestantaria, ed indicando la disposizione alla nuova riforma monetale.
Le lettere etrusche, che si veggono da ambe le parti, furono incise a colpo di piccolo scalpello di taglio assai fino: da che è provenuto che sono tutte angolose e non rotonde. Sia per questo, o per la lieve incisione, o per la poca conservazione della moneta, la loro lettura riesce un po’ difficile, né sempre certa. Quelle del diritto cominciano sotto alla testa di Giove, e gli girano dinanzi fin sopra alla testa, e palesano il nome seguente: