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DI UN SEMISSE DI ROMA


CON ETRUSCHE ISCRIZIONI



Un semisse romano del peso di gr. 18,4, che nel dritto ha la testa di Giove a destra, e nel rovescio la prua di nave a destra, sotto la quale si scorge appena la M del nome di ROMA, per essere la moneta alquanto consunta, offre la specialità di portare incise da ambe le parti alcune lettere etrusche. Fu ritrovato l’anno scorso in Arezzo nella riva sinistra del fiume Castro, che traversa la città, e lambe la pendice occidentale del poggio chiamato del Sole. Dove fu raccolto apparivano le certe vestigia di sepolcri disfatti con dei vasetti infranti a colore nero lucente od iridato, che spettavano alle fabbriche etrusco-campane proprie del terzo, e durate fino oltre il secondo secolo a. C.

Il poggio del Sole, che fu incluso entro la città di Arezzo dal vescovo Tarlati nel 1319, era fuori nel tempo anteriore e specialmente nell’etrusco, perocché allora le mura coronavano la sola collina, dove sta la fortezza. Il fiume Castro la divideva dal poggio del Sole, che fu scelto dagli Etruschi per la loro precipua necropoli, e da me descritta negli Annali dell’Istituto archeologico (1872, p. 270 e segg.), dove ho dimostrato, che incomincia dal quarto secolo a. C. (e forse quinto), e discende