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16 | francesco gnecchi |
carattere di medaglia. — Data l’estrema rarità di questi pezzi cerchiati, non ho elementi sufficienti per poter dire se i loro pesi corrispondano a un multiplo d’unità monetaria come Kenner ha dimostrato dei medaglioni comuni; ma non crederei che tale corrispondenza debba esistere, perchè anche la loro forma mi pare tolga loro ogni carattere di moneta.
Qualcheduno potrebbe qui richiamare l’argomento che abbiamo più sopra invocato a sostegno dell’abolizione del vocabolo medaglione, la mancanza cioè del vocabolo corrispondente latino; ma il numero dei veri medaglioni, quando si ritenessero come tali i soli cerchiati, verrebbe talmente ristretto — non esiste neppure un medaglione cerchiato ogni cento degli altri, i quali del resto non sono punto comuni — che non è meraviglia come gli autori non abbiano mai avuto occasione di parlarne e non ci abbiano perciò trasmessa la parola.
La digressione generale è stata abbastanza lunga, ed è tempo che veniamo a discorrere particolarmente del medaglione di Padova.
Il diritto non offre materia ad alcuna osservazione speciale; solo va notato che il rilievo è assai poco sentito, anzi minore che in altri gran bronzi senatoriali, mentre il rovescio è assai più spiccato. Ed è nel rovescio appunto che colla bellezza dell’arte si concentra anche l’interesse della rappresentazione, la quale è nuova ed unica in tutta la serie romana a meno che non abbia un riscontro ancora dubbio, come vedremo in seguito, in un aureo dello stesso Adriano.
La figura principale è perfettamente visibile nel suo insieme; ma sgraziatamente, stante il lungo giacimento del bronzo in un terreno corrosivo, e i guasti prodotti in seguito da una mano inesperta