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scientifiche — ne abbiamo nella letteratura francese e nella tedesca. Non è improbabile che fra non molto ne avremo anche nella nostra, anzi crediamo che qualche cosa in argomento si sta già elaborando; ma non preveniamo gli eventi. I manuali speciali nasceranno naturalmente in seguito, ma era naturale che quello affatto generale avesse la precedenza.

F. G.



De Witte AlphonseSupplément aux «Recherches sur les monnaies des comtes de Hainaut» par M. Renier Chalon. Bruxelles, Dapriez, 1891. — Un bel fasc, in-4, di pag. 52, con 2 tav. lit.

La monetazione della contea di Hainaut nei Paesi Bassi fornì già materia al compianto Renier Chalon, sin dal 1848, per una pregiata monografia, ch’egli procurò poi di completare con tre supplementi.

Le scoperte ulteriori avendo aggiunto alcune nuove monete alla serie già edita, il sig. Chalon non aveva trascurato di farne apprestare i disegni per pubblicare un quarto supplemento, ch’egli intendeva di corredare con vari documenti interessanti, pervenuti nel frattempo a sua notizia. Sgraziatamente, nel febbraio del 1889, la morte troncava i progetti dell’erudito Presidente onorario della Società Numismatica Belga.

Oggi il ch. sig. Alfonso De Witte, con pensiero molto opportuno, ha riunito quei pochi materiali, arricchendoli col frutto delle proprie ricerche negli Archivi del Belgio e nei diversi Gabinetti numismatici, e ne ha composto un quarto supplemento all’opera di Renier Chalon.

In molti punti, le indagini del sig. De Witte vengono a modificare sostanzialmente le attribuzioni primitive del sig. Chalon; e sotto questo riguardo l’opuscolo assume un’importanza superiore a quella d’un semplice complemento all’opera fondamentale.

Di particolare interesse riescono per noi le imitazioni del fiorino d’oro col S. Battista, e le osservazioni che esse suggerirono al signor Picqué, in una recente sua lettera all’autore del supplemento; com’è naturale per tutto ciò che si riferisce alla sfera d’influenza diretta od indiretta della celebre moneta fiorentina.

Fra i documenti, ò notevole l’estratto della convenzione con cui il conte Giovanni, nel 1303, dà in appalto la zecca a Bonsignore,