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264 bibliografia

ressantissimo anche per la favorevole circostanza che gli autori, conoscendo molte lingue, sono in grado di giovarsi e di render ragione di non pochi libri i quali, appunto per la lingua in cui sono scritti, rimangono inaccessibili al comune degli studiosi.

Lo sguardo retrospettivo sulla bibliografia forma il primo paragrafo della diffusissima Introduzione. Gli altri paragrafi si possono chiamare altrettante piccole monografie le quali riassumono ed espongono in modo chiaro e preciso le nozioni più indispensabili intorno agli argomenti che seguono : — Limiti e divisioni della Numismatica del Medio Evo. — La moneta sotto l’aspetto economico e giuridico. — I monetarii ed i loro privilegi. — La fabbricazione delle monete nel Medio Evo. — Forma, impronte e nomi delle monete. — I falsi-monetarii e l’imitazione. — Le monete antiche considerate come monumenti storici e come oggetti di collezione.

Prima d’intraprendere la trattazione della Numismatica medioevale propriamente detta, gli autori danno un succoso compendio della Numismatica del Basso Impero, che costituisce, per cosi dire, l’anello di congiunzione fra la monetazione classica romana e quella dei primi tempi del Medio Evo, poiché, com’è noto, ì Barbari incominciarono appunto dall’imitare le monete imperiali della decadenza. Il sistema monetario, i tipi e lo stile, colle graduali modificazioni dagli eleganti soldi d’oro di Arcadie alle goffe monete d’impronta schiettamente bizantina, la paleografia, le leggende, i monogrammi, le indicazioni delle zecche, sono studiati volta a volta, sulle traccie specialmente dell’opera cosi accurata del Sabatier.

Seguono le monete dei Vandali e degli Ostrogoti, che vengono comunemente intercalate nella serie bizantina, e furono studiate da Giulio Friedlaender e dal Sabatier stesso; — le monete dei Longobardi, che fornirono argomento di dotte ricerche a molti scienziati italiani, quali Giulio Cordero di San Quintino, Domenico Promis, ed il ch. nostro collega Comm. Brambilla; — le monete dei Visigoti, studiate principalmente da A. Heiss, e non meno interessanti sotto il riguardo della degenerazione dei tipi che per le numerose indicazioni di nomi di re e di zecche.

La Numismatica dei Franchi ha, com’è naturale, una parte preponderante in questo volume: i Sigg. Engel e