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camillo mariani coniatore di medaglie 187

di sentita commiserazione1. E quanto alle medaglie in onore di Cornelio Gallo, di Quinto Remio Palemone e di Allieno Cecina, perchè non si potrebbe pensare che all’artefice venisse il movente dal vezzo delle contraffazioni così vivo in quel tempo, nell’Italia e segnatamente in Vicenza ed in Padova? Il Belli era morto bensì da quasi mezzo secolo e il Cavino da circa vent’anni, ma viveva ancora Alessandro Bassano, ch’era stato il braccio destro all’ultimo dei due, e dovea esser fresca la memoria così del Vicentino, come dal Padovano, che avevan dato il non lodevole esempio. E per ciò che riguarda la medaglia in onor del Marano, un individuo forse imaginario, mi viene pure un sospetto, che non voglio tacere. Sa ognuno come nell’età del rinascimento fosse comune il vezzo di studiare le analogie de’ nomi di famiglie, relativamente recenti e, se vuolsi, anche oscure co’ nomi di antichi casati, con l’intento di metterne in evidenza le più strane parentele. Perchè non potrebbe anche darsi che Camillo, intravveduta una certa analogia tra il Marano e i Mariani, mirasse a nobilitare i principî della sua famiglia fondendola nelle origini con l’antico Casato di Vicenza? L’esempio non sarebbe nè unico, nè nuovo.


Vicenza, ottobre 1890.


  1. Morsolin, Op. e loc. cit. Milano, 1890.