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184 | bernardo morsolin |
guagli nell’ Arte e Storia1, ristampati poi anche in questo periodico2. Ripeterò solamente che il diametro è di millimetri quarantotto e che intorno al busto, volto a sinistra, con la testa calva e la barba intera, si legge: — HIERONYMVS • GVALDVS • PROTONOTARIVS • APOST • — e nel rovescio il motto: — INTER • VTRVNQVE intorno a una tartaruga e a un delfino, attaccati l’un l’altro per le code indirizzantisi per opposto cammino sopra la superficie del mare. È il motto, che l’egregio uomo, seguendo il vezzo de’ tempi, sceglieva per la sua impresa, scolpita anche nella casa, ove si raccoglieva il Museo: motto, inteso a notare che l’uomo non deve procedere nelle azioni né troppo celere come il delfino, né troppo lento, come la testuggine; ma contenersi nel mezzo a’ due estremi, secondo quell’antichissimo adagio: medio tutissimus ibis.
Descritte e illustrate così le sette medaglie, io devo dichiarare che non so quale coltura letteraria s’avesse il Mariani. Non sembra però da mettersi in dubbio ch’egli si proponesse d’onorare con esse la patria sua in altrettanti illustri vicentini. E la conoscenza di questi suoi concittadini, tranne forse del Gualdo, non gli poteva derivare che da un libro, la Historia di Vicenza di Giacomo Marzari3. Vero è che i fasti della città erano stati raccolti anteriormente da Giambattista Fagliarini; ma le Croniche di questo, in latino e inedite sin’oltre il mezzo del secolo XVII, non potevano certo prestarsi alla erudizione di un artista, che non faceva, com’è a credere, professione di lettere. Uno scritto, che doveva acquistare