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Verona, dove parlò con tanta efficacia a prelati, a principi e a centinaia di migliaia d’individui, che, deposti gli odi, partirono abbracciandosi e baciandosi amici e fratelli. Il passo biblico, onde prese le mosse il discorso, fu appunto il motto evangelico, scolpito nel rovescio della mediaglia, per la quale s’intese di commemorare, a quanto sembra, il successo pia eminente dell’eloquenza e delle fatiche apostoliche dell’insigne Domenicano.



Io non saprei certo additare in quale collezione numismatica si conservi la medaglia, coniata dal Mariani in onore d’Alberto Marano, che fu, secondo gli scrittori di cose vicentine. Vicario Imperiale in Verona. Il Conte Giovanni da Schio lasciò scritto che un esemplare possedevasi, al suo tempo, da’ discendenti1. È forse l’esemplare, onde fu tolta l’effigie, o a meglio dire il fac-simile in gesso, eh’ io tengo sott’ occhio, custodito nel Museo Civico di Vicenza. La dimensione è di centimetri quarantaquattro. Sta scolpito, nel diritto, il busto d’ Alberto, volto a destra, in barba e con la testa quasi calva del tutto, circondato dalla leggenda: ALBERTVS • MARANVS • VICENT • FEDERICI • I • IMP • VIC • Il rovescio reca l’aquila imperiale a due teste, senza nessun motto. I cronisti vicentini, che parlano, o piuttosto fan cenno d’Alberto, dicono che l’ufficio di Vicario si esercitasse da lui nel 12442. Il qual anno, quale è scolpito nella leggenda della medaglia, non s’accorda di certo con l’età di Federico I. Vi si dovrebbe leggere, invece. Federico II, con la cui età s’accorderebbe anche il luogo della residenza, che, al dir del Barba-

  1. Da Schio, Memorabili, alla voce Marano. Msc. nella Biblioteca Comunale di Vicenza.
  2. Marzari, Op. cit., lib. II, pag. 124. Vicenza, 1690. — Il Marsari dichiara d’aver attinta la notizia dalle Croniche del Pagliarini.