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camillo mariani coniatore di medaglie 179

terazione e senza dubbio alcuno sulla genuinità, del Marzari1. Ch’essa si leggesse per intero nel diritto, non è a credere. Una parte era scolpita forse nel rovescio, dove s’era coniata una qualche allusione a certi spettacoli, dati, come provano le parole e si asserisce dagli scrittori di cose vicentine, dal Cecina in Cremona. Né la riproduzione di una iscrizione, che spacciavasi per antica, dee fare maraviglia. Era della stessa natura la leggenda, scolpita in parte nel diritto della medaglia, coniata dallo stesso Mariani in onore del grammatico Palemone2. E d’altra parte chi non sa quale studio e quale industria si ponesse nella contraffazione delle medaglie antiche dal Belli, dal Cavino e da qualche altro degli artefici insigni del secolo XVI?


Notizie determinate m’è dato di porgere sulla medaglia in onore d’Alferisio, Conte di Vicenza, della quale ho sottocchio un doppio esemplare. Dire chi fosse codesto Conte e per quali imprese si segnalasse, non è cosa che si possa neppur tentare. Il poco, che si narra di lui dagli scrittori di cose vicentine, non è soltanto scarso ed incerto, ma offre aspetto più che altro di favola. Non tutti anzi convengono nell’età in cui avrebbe operato. Alcuni lo fanno fiorire nel secolo settimo3, asserendo ch’egli militasse al servizio di Giovanni V, il quale tenne la sede

  1. Marzari, Historia di Vicenza lib. II, Vicenza, 1590. — La lezione del Marzari non collima in tutto con la lezione né del Castellini, né del Trinagio. Vi si legge, invece: a . caecinnae . feliciss . ex . viteliani . exercit . imp . ob . virtvtem . et . mvnvs . gladiatorvm . ap . se . exhibitvm . cremona. — E dire che il Marzari dichiara d’aver riprodotto il testo del Trinagio!
  2. Trinagii, Op. cit.
  3. Marzari, Historia di Vicenza, lib. II, pag. 121. Vicenza, 1590.