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camillo mariani coniatore di medaglie 175

talvolta da Domenico Ferrari, valente allievo di Giambologna, o da qualcuno de’ suoi scolari. Fra gli artisti, usciti dalla scuola di lui voglionsi ricordare Paolo Sanquirico, Carlo Saracino e, superiore ad ogni altro, Francesco Mochi, delle cui opere son pur popolate le chiese di Roma1.



Il Baldinucci e il Baglioni dicono che il Mariani valesse ugualmente nell’arte della fusione e nel getto. Ma il fatto non s’avvalora di nessuna testimonianza, se pure i due scrittori non si riferiscono alle storie, fuse, come s’è detto, dal Ferrari, dal Mochi e forse da qualche altro artefice del tempo. Ch’essi però non dessero in fallo, lo provano sette medaglie, conservate, nel secolo XVII, in quel Museo de’ Gualdo, che fu poi, non si sa come, disperso. Gli individui, che vi si rappresentavano, erano sette vicentini, o tali per lo men riputati, Cornelio Gallo cioè, Quinto Remio Palemone, Aulo Cecina, Alferisio Conte di Vicenza, Giovanni da Schio, Alberto Marano Vicario Imperiale, e Girolamo Gualdo, Protonotario Apostolico2. Ho detto sette Vicentini, o tali per lo meno creduti, mancando ogni argomento per sospettare anche di lontano che la patria di Cornelio Gallo, vissuto a’ tempi d’Augusto e amico di Virgilio e di Orazio, fosse, come vogliono gli storici e i cronisti, di Vicenza3. La medaglia, coniata in onore del poeta, non è però inedita, né ignota, per quanto

  1. Titi, Baglioni e Baldinucci, op. cit.
  2. Morsolin, Girolamo Gualdo, nella Riv. It di Num., anno III, fasc. I. Milano, 1890 e in Arte e Storia, n. cit.
  3. Pagliarini, Croniche di Vicenza, lib. I e IV. Vicenza, 1663. — Marzari, Historia di Vicenza, lib. II. Vicenza, 1590. — Castellini, Storia di Vicenza, vol. II. Vicenza, 1782. — J. Barbarani, Vicentiae Monumenta, Venetiis, 1568.