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160 | camillo brambilla |
mio sarei per fare nell’argomento, e che duolmi di non avere a tempo opportuno concretate e fatte conoscere all’egregio Ambrosoli, quando mi faceva gradito dono del già ricordato suo lavoro.
Premetterò che quanti esemplari ebbi a vedere di tale monetina, tutti li riscontrai più o meno guasti e corrosi, il che deve molto naturalmente verificarsi per essere pezzi sottilissimi e quasi di puro rame. Tale circostanza congiunta a qualche diversa disposizione delle lettere, offre buona ragione per spiegare la diversa lettura e la conseguente varia interpretazione della leggenda al diritto ove stà il cervo coricato, e le di cui corna la interrompono in diverso modo. Il primo dei miei esemplari abbastanza conservato ha chiara la leggenda: D • POT — CIO • M • Il secondo mancante di un pezzetto, ha però distintissime le lettere: D • POT • — ECIO • M. In ambedue quegli esemplari, come in quello di Promis, io ho fermata la mia attenzione su quella lettera M molto chiaramente scolpita, e divisa per un punto ben rilevato dall’O che la precede, la qual lettera non fu veduta da Maggiora-Vergano, o da esso scambiata, sostituendovi un’R. — Quella M infirmava la voluta attribuzione a Giovanni Giorgio non ancora marchese di Monferrato, epperò, secondo l’avviso di Maggiora, residente nel castello suo a Pontestura e non a Casale. — Assai notevole è poi nel secondo dei miei esemplari la lettera E evidentissima prima delle seguenti CIO, e da esse in nessun modo divisa, e che non può scambiarsi colla I veduta dal Maggiora-Vergano. — Che poi nelle lettere POT o POTE debba trovarsi abbreviata la denominazione del luogo di Pontestura, che negli antichi documenti indicasi con Pontisasturie (a. 1247), Pontesturee (a. 1197), o poco diversamente, può sembrare opinione alquanto azzardata, e che nelle sue deduzioni non debba forse