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158 camillo brambilla

netina alla zecca di Casale, ed al marchese Guglielmo II (1494-1518), ritenendo le lettere D • POTE — CIO • M • una probabile abbreviazione del motto Dominus protectio mea che leggesi attorno ad un consimile cervo in testone di detto marchese pubblicato dal Morel Fatio (Revue belge de numismatique, 1860; Tav. XI, n. 6) e trovando nella anonima monetina la forma stessa delle lettere che si riscontra nelle monete battute sul finire del secolo XV dal marchese Guglielmo II, che introdusse in esse la figura del cervo fra i vimini, dippoi imitata da Giovanni Giorgio ultimo dei Paleologhi.

Favorito, al tempo della sua pubblicazione, di un esemplare della citata lettera dal compianto amico Maggiora-Vergano, io francamente gli manifestavo come avessi qualche difficoltà ad accettare l’aggiunta di Pontestura alla serie delle zecche italiane, per quanto la vedessi appoggiata alla interpretazione che da lui veniva fatta di un suo esemplare della monetina di cui trattasi, ove al diritto esso amava leggere GIOR — D • POT • per il che ne faceva attribuzione a Giovanni Giorgio Paleologo anzichè a Guglielmo II, ritenendo che fosse battuta per lo stesso personaggio avanti la sua elezione a marchese di Monferrato (1530-1533) nella sua residenza di Pontestura e per quel diritto personale di coniar moneta, che i Paleologhi amavano di vantare come successori della stirpe Aleramica di discendenza imperiale. La ben nota coscienziosa diligenza e l’esperimentato acume di Domenico Promis nel leggere e nello interpretare i caratteri delle monete medioevali, ed in ispecie di quelle del Piemonte, a me suggerivano di accogliere con prudente riserva l’avviso del Maggiora-Vergano, che la nostra monetina non avesse avuto da quel dottissimo numismatico, e maestro mio, la giusta sua interpretazione.