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degli altri, non essendo possibile per ora conoscere gli autori di tutti i luigini di questo tipo, che non hanno alcuna speciale indicazione. Fatto sta che una enorme quantità di questi luigini, portanti l’effigie di Mademoiselle de Montpensier, con leggende press’a poco simili o con motti svariati, di bontà molto diversa uno dall’altro, avevano, specialmente negli anni dal 1666 al 1669, invaso il commercio monetario ed erano spediti a migliaia negli scali del Levante.

Tutte queste monete di pessima lega, che correvano sul mercato confuse con quelle di titolo eccellente, coniate a Trévoux, portarono in breve anche su queste ultime il discredito, cagionando ad Anna Maria Luisa un considerevole danno. Questa ricorse al re Luigi XIV, chiedendo che si provvedesse ad impedire tante falsificazioni: ma invano; gli imitatori continuarono a riprodurre in gran copia questi luigini, talché, dopo pochi anni, l’officina di Trévoux fu costretta a cambiare il tipo delle sue monete1, essendo ormai impossibile di far accettare i suoi luigini se non ad un prezzo molto basso.

In Oriente queste monete si accettavano da principio pel valore di dieci soldi, dopo qualche tempo le vediamo diminuite a soldi sette e mezzo. In seguito, scoperte le falsificazioni, non si accettarono che i luigini di vero conio francese, ma questi pure non si calcolavano che cinque soldi; e non si volevano che monete di buona lega. Siccome però queste avevano un valore intrinseco superiore al loro corso, si dovette per forza cessare dallo spedirle nel Levante2.




  1. Manttellier, Op. oit, pag. 90.
  2. Poey D'Avant, Op. cit pag. 111.