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112 luigi a. milani

baciate. Quest’ultimo, dapprima è senza segni (pezzi di Firenze, v. sopra p. 33, ed il nostro), poi presenta segni officinali assai semplici, nominatamente:

A. bastone o nervatura mediana: Garrucci, tavola VILI, 2, pr. Marzabotto;
B. ramo secco: Garrucci, tav. IX, 1, pr. Fabbro, presso Orvieto; tav. IX, 2-3, pr. Cere; tavola LXVIEE, 2, pr. Ardea; tav. X, 3, pr. Fiesole;
C. spina dorsale o vertebra di pesce: Garrucci, tav. X, 2, pr. Fabbro; X, 1, Mus. Brit.; tavola XI, 1, pr. Vulci.

Siccome la rara nervatura mediana A ed il più ovvio ramo secco B s’incontrano sui pezzi più rozzi, grossi, forti e pesanti, vien fatto di congetturare che codesti segni più semplici sieno anche i più antichi, e precedano quelli della spina di pesce, C. Il più volte citato ripostiglio di Cere, dove insieme ad una gran massa di aes rude affatto primitivo si rinvennero gli spezzati col ramo secco, (Garrucci, tav. IX, 2-3) convalida di per sé abbastanza la congettura.

Nell’aes signatum con la spina di pesce, il quale tien dietro immediatamente a quello col ramo secco (cfr. il trovamento di Fabbro), continua la medesima rozza tecnica a staffe mal combacianti; ma il peso dei pani interi subisce una forte riduzione, e segue generalmente il piede dell’asse romano pieno e ridotto. Quando si adotta la vertebra di pesce espressa più o meno esattamente (non mai ramo di Chameros o di altra pianta, come ritenne Garrucci), cominciano già ad apparire anche altri simboli, ed in ispecie quello correlativo del delfino guizzante (Garrucci, tav. XII, 1, pr. Pesaro; 2, pr. Aricia; 3, Mus. Brit.), il quale troviamo, isolatamente, nel notevole spezzato dello Stettiner (Garrucci, tav. LXVIII, 4), rinvenuto a Roma nel