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aes rude, signatum e grave, ecc. | 101 |
in tacere ed inosservata; ma quando il tesoro si trovò obbligato a ridurre d’un tratto il peso dell’asse a quattro once, si dovette ricorrere ad una disposizione di legge o ad un plebiscito, e la cosa dovette annunciarsi ufficialmente, come in realtà fu fatto.
La riduzione ufficiale trientale è dimostrata anzitutto dal magnifico decussis del Kircheriano, Garrucci, tav. XXX — Babelon, I, p. 42-43, il quale pesa gr. 1091, cioè dieci assi trientali precisi, e porta il segno del valore X, oramai divenuto necessario, dacché il valore intrinseco del bronzo non stava più in rapporto col valore attribuitogli e si faceva corrispondere col denaro romano da 1/72 alla libbra, coniato nel 269-268 a. C. col medesimo segno di valore X1.
La detta ufficiale e legale riduzione dell’asse sul piede di 4 once è parimenti dimostrata: dai tripondi e dupondi urbani di peso trientale (Garrucci, tav. XXXI, 1, 2; Babelon, I, p. 41; Garrucci, tav. XXIX, 6), anch’essi fomiti dei segni di valore III, II; dalle nuove emissioni di aes grave trientale delle colonie romane del mezzogiorno (Luceria, Venusia, Teate); e dalle monete romano-campane di bronzo, coniate esse pure sul piede trientale.
Generalmente si fa coincidere la riduzione trientale con la prima emissione romana dell’argento, (denarii, quinarii, sestertii), la quale, a testimonianza di Plinio (XXXIII, 13, 44), sarebbe avvenuta nel
- ↑ Vedasi anche il decussis di Torino inscritto ROMA, con la Vittoria in biga di gr. 1037, dato dall’Arigoni, III, tav. 23-24, e dal D’Ailly, I, tav. XXII, messo in dubbio da questi; ma, secondo me, archeologicamente giustificabile (cfr. nota 120), quindi per lo meno desunto da un antico originale autentico. Un decusse inedito, simile a quello del Museo Kircheriano, ma di riduzione quadrantale come il noto esemplare Olivieri (Mommsen-Blacas, III, p. 860), è posseduto dai signori Gnocchi e sarà pubblicato nella presente Rivista.